Drammatiche esperienze di violenza e perfino atti di crudeltà su piccoli e animali, sottolineati da scherno e divertimento: c’è di tutto tra le carte dell’indagine ‘Poison’ del Nucleo Sicurezza Cibernetica della Polizia di Pescara
PESCARA – Costituisce un campanello d’allarme su un gravissimo sottobosco di microcriminalità l’indagine denominata ‘Poison’ della Polizia di Stato del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Pescara, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila: i protagonisti sono tutti minorenni ed erano loro a diffondere e detenere materiale pedopornografico.
L’indagine trae origine da una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers/meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonché di violenza estrema, apologia del nazismo/fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali.
Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti. Gli investigatori della Polizia Postale, con un lavoro certosino, hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in 5 diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori.
All’esito dell’Operazione (che ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania), sono stati denunciati 7 minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, tra cui una ragazza, responsabili di aver ricevuto e inviato, su diversi social, diverse immagini di bambini, anche di 3 o 4 anni, vittime di abusi sessuali.